Anguria e ananas hanno un IG medio-alto (tra 65 e 75) nonostante un contenuto di zuccheri non eccessivo, perché la loro polpa acquosa e povera di fibre fa sì che gli zuccheri vengano assorbiti velocemente.
Al contrario, frutti come mele, pere, pesche, kiwi e fragole hanno un indice glicemico basso o moderato, grazie alla buona quantità di fibre solubili, come la pectina.
I frutti tropicali molto maturi (come il mango o la banana) tendono ad avere un IG più alto rispetto agli stessi frutti poco maturi, perché l’amido si è già trasformato in zucchero semplice.
In generale, per chi deve tenere sotto controllo la glicemia, è preferibile:
scegliere frutti interi invece di spremute o frullati
optare per frutti meno maturi
abbinarli a fonti di grassi o proteine (come yogurt o frutta secca), che abbassano l’impatto glicemico del pasto.
Le porzioni contano
Secondo le linee guida del CREA – Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione, la porzione standard di frutta è di 150 g per frutti interi e 50 g per frutta secca come i datteri.
Esempi:
