Per la Jota alla triestina, come prima cosa bisogna mettere i fagioli secchi in ammolo per tutta la notte o almeno per 4-5 ore.
Cuocete i crauti in tecia (che volendo si possono preparare anche in anticipo): mettete a scaldare due cucchiai di olio extravergine d’oliva in un tegame, fate rosolare la pancetta affumicata tagliata a dadini con la foglia d’alloro e fate insaporire. Unite la cipolla e l’aglio tritati e fate soffriggere un po’. Aggiungete i crauti (se non vi piacciono troppo acidi li potete sciacquare e poi strizzare bene). Coprite a filo con l’acqua e cucinateli a fuoco lento con coperchio per un’oretta, controllando e mescolando di tanto in tantoDopodiché togliete il coperchio e alzate un po’ la fiamma. Fate cuocere per un’altra mezz’ora o finché si sarà consumata tutta l’acqua. In questa fase bisognerà mescolare un po’ più spesso e fare attenzione che non si attacchino sul fondo.

Mettete su la minestra: sciacquate i fagioli e metteteli in una pentola grande, coprite con l’acqua e mettete sul fuoco.Aggiungete la foglia d’alloro e le costine affumicate. Fate bollire a fuoco lento per circa un’ora.Unite le salsiccie di Cragno (buccherellate in un paio di punti). Pelate le patate, tagliatele a dadini aggiungetele ai fagioli. Continuate la cottura a fuoco lento e semi coperto per almeno un’altra mezz’ora.
Una quindicina di minuti prima di finire la cottura della minestra unite una dose di crauti cotti (dipende dalla densità che volete ottenere), aggiustate di sale e fate insaporire il tutto. Spegnete la Jota alla triestina e aggiungete un filo d’olio a crudo.
Se volete il fondo della minestra un po’ più denso potete passare una piccola parte di fagioli e patate (prima di unire i crauti).
La Jota alla triestina va servita tiepida, ma soprattutto acquista gusto ed è ancora più buona il giorno dopo, scaldata leggermente.
