L’ha servito caldo, appena sfornato, ma — confesso — il giorno dopo era ancora più buono, freddo, tagliato a fette sottili. Di quelle cose che finiscono senza accorgersene. E allora niente, l’ho chiesta. Ho insistito per avere dosi, dettagli, passaggi. E alla fine eccola qui, la versione “scritta” della ricetta di mia suocera, con tutto il cuore (e tutta la sostanza) di un piatto che ti fa sentire a casa.
